Venezia una settimana dopo la grande acqua di novembre 2019

Venezia una settimana dopo la grande acqua di novembre 2019

Un momento della giornata
Venezia acqua alta

Il 19 novembre a Venezia. https://www.comune.venezia.it/it/content/le-acque-alte-eccezionali 
Esattamente una settimana dopo l’acqua alta che ha sommerso gran parte della città arrecando danni materiali e soprattutto morali.
In un momento per la città e i veneziani doloroso e rabbioso ho desiderato portare il mio piccolo contributo con ciò che so fare: ascoltare.
Sul cartello che portavo con me ho scritto: ascolto attivo più sorriso.
Questa giornata è stata un’esperienza di Counseling per la strada (Counseling di strada).
Che cos’è? E’ l’ascolto attivo praticato in strada in uno scambio veloce e coinvolgente tra la persona e il counselor.
E in questa giornata tra le calli di Venezia l’ho praticato.
L’ascolto delle persone e della loro storia di come hanno vissuto l’acqua altissima.
E così dalla mattina ho iniziato il mio giro proprio da Via Garibaldi, una delle zone più colpite di Venezia.
Ho faticato per ascoltare le mie emozioni, lasciare che passassero per poter accogliere quelle delle persone che incontravo.
Perché appena arrivata mi ha colto un senso di desolazione e di dolore nel constatare ciò che l’acqua aveva fatto.
E così ho iniziato a guardare negli occhi le persone che incrociavo. A entrare nei negozi che erano riusciti a riaprire, ad ascoltare chiunque mi invitasse anche solo con lo sguardo.
Ho sentito lo sgomento di chi ha vissuto quest’acqua come la tragedia che ha spazzato via parte della propria vita.
Molti hanno lasciato la propria casa e moltissimi hanno subito danni economici.
Tante persone incrociate per strada mi guardavano incuriosite ma dopo un primo momento di diffidenza, quando raccontavo ciò che stavo facendo, a loro volta mi raccontavano ciò che avevano vissuto.
Chi con una frase, chi invece avendo voglia di condividere la propria paura ed esperienza. Alcuni anche solo con uno sguardo.
Il messaggio comune che ho recepito, quello che poi diventa parte della vita di una comunità è stato: abbiamo avuto paura e ne abbiamo ancora.
Con la nostra forza ce la stiamo facendo.
Ho sentito tanta dignità.
Ho sentito la forza dello stringersi vicini e di aiutarsi, ognuno come può.
E ho sentito il loro bisogno di essere ascoltati. 
Cosa porto nel cuore da questa esperienza?
Nel cuore porto tutte le persone incontrate.
E in particolar modo il calore delle lacrime di commozione di un signore che, saputo ciò che facevo e qual è il mio lavoro, mi ha ringraziata. E io mi son sentita la persona più fortunata e ricca di quel momento.
Questo per me è anche il Counseling: uno scambio in cui si prosegue il proprio cammino più completi di prima.

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